CAMBIAMENTI CLIMATICI E SALUTE

I cambiamenti climatici, a parte le ripercussioni ambientali su larga scala, hanno effetto sulla nostra salute? 

Pochi mesi fa il Lancet - una delle più importanti riviste nell’ambito medico - ha pubblicato una review in merito, ossia un articolo in cui riunisce tutti i contributi scientifici pubblicati su questo argomento da autori accreditati. Nell’articolo si trova questo schema che riassume bene come l’aumento delle emissioni dei gas serra possa impattare sulla salute:

Vediamone insieme le caratteristiche principali.
Da un lato, a causa dell’aumento delle temperature e dell’andamento delle piogge, non solo si creano problemi all’agricoltura in sé, ma si riduce la capacità di lavoro degli agricoltori stessi (immaginiamo cosa possa voler dire svolgere un lavoro fisico avvolti dall’afa). Inoltre, complice anche l’acidificazione degli oceani, si riduce la produttività della pesca e dell’acquacoltura. Tutto ciò concorre alla malnutrizione, complicata anche dall’aumento di incidenza delle diarree di tipo batterico, come ad esempio il colera, dovuta sempre ai cambiamenti ambientali.

In più, le ondate di caldo - oltre ad essere davvero pericolose per soggetti più fragili come gli anziani che tendono a bere poco e quindi si disidratano facilmente - si collegano a siccità ed incendi, che contribuiscono all’inquinamento dell’aria ed alla liberazione di allergeni, con effetti negativi a livello respiratorio ed anche cardiovascolare.

Con il caldo poi si verifica un fatto, particolarmente fastidioso, soprattutto in zone ricche di acqua: aumentano le zanzare! I loro pizzichi non sono considerabili una malattia in sé … ma le zanzare in alcune aree del mondo possono essere vettori di malattie, possono trasportare cioè alcuni microrganismi patogeni causa, ad esempio, della malaria.

L’aumento di malattie che si è realmente verificato, poi, crea un sovraccarico di lavoro per le strutture sanitarie e, quando c’è più lavoro da fare, tendenzialmente si lavora peggio. In più alcuni servizi a causa dei cambiamenti climatici potrebbero essere disfunzionanti o interrotti; pensiamo alla difficoltà di soccorso nelle alluvioni o ad alcuni ambulatori che vengono chiusi durante ondate di caldo. Questo può ridurre le possibilità di far fronte adeguatamente alle malattie, quindi ci può essere un danno alla salute indiretto anche in questo senso.

Ma l’aspetto per me più interessante dello schema del Lancet è il riquadro in basso a sinistra che recita impatto sulla salute mentale. Apparentemente non è collegato con niente, nel grafico. Ma, sulla destra, troviamo elencati dei fattori sociali: alluvioni, ondate di caldo, siccità ed incendi sono collegati alla perdita di abitazioni, alla povertà, la migrazione di massa, i conflitti violenti ed anche altro. Tutti questi sono effettivamente fattori di rischio per malattie mentali come il Disturbo Post-Traumatico da Stress, che insorge a seguito di eventi traumatici. Che sia questo un possibile collegamento da tracciare tra ambiente e psiche dell’uomo

Noi esseri umani esistiamo perché siamo in rapporto con il mondo intorno a noi, soprattutto quello umano (i nostri simili), ma anche quello non umano (animali, piante, oggetti inanimati). Come diceva lo psichiatra "Massimo Fagioli", l’essere umano con la natura ha un rapporto attivo, non passivo come quello degli animali. E la specificità dell’essere umano è la ricerca, la conoscenza, la creatività. L’identità dell’essere umano sta quindi nel costruire: distruggere per gli esseri umani, non solo è contro la natura o dannoso per la salute…per noi, in realtà, è proprio contro-natura. 

Ed allora forse dovremmo deciderci a rispettare la nostra natura, quella di tutti gli esseri umani, e quella in cui viviamo. Solo così, infatti, potremo garantire quanto scritto nell’agenda 2010: “Siamo determinati […] ad assicurare che tutti gli esseri umani possano realizzare il proprio potenziale con dignità ed uguaglianza in un ambiente sano.”

29/06/2019

Sara Bianchi - studentessa in Medicina